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Ecografia morfologica fetale

L’ecografia morfologica è uno degli esami più importanti che una donna si trova ad affrontare durante il delicato periodo della gestazione. Può essere definito come il canonico giro di boa, la verifica che, ponendosi a metà strada del periodo gestazionale, fornisce alla futura mamma importanti informazioni circa lo stato di salute del nascituro.


Solitamente l’ecografia morfologica viene effettuata nel secondo trimestre di gravidanza e viene prescritta dai ginecologi, come controllo di routine da eseguire tra la 19ma e la 21ma settimana di gravidanza. Il periodo di riferimento da tenere in considerazione per la prescrizione di questo esame, è un elemento molto importante. Intorno al 5° mese di gravidanza, infatti, il feto è sufficientemente grande per permettere al medico di valutare con precisione la regolare formazione ed il corretto sviluppo di alcuni organi vitali. Tuttavia, nel caso in cui si presumano eventuali problemi a carico degli organi vitali del feto, può essere richiesta anche una morfologica precoce, che può essere effettuata sin dalla 16ma settimana.


Gli organi che costituiscono oggetto d’esame durante l’ecografia morfologica solitamente sono:

  1. la testa(con esame approfondito del profilo, delle labbra, della struttura del tessuto oculare, della conformazione degli occhi, della distanza che li separa l’uno dall’altro e delle varie parti del cervello);
  2. la conformazione ossea della colonna vertebrale (esame utile per accertare la totale assenza di malformazioni a carico della spina dorsale);
  3. la cassa toracica e gli organi interni(polmoni, intestino, stomaco);
  4. le pareti dell’addome (per essere certi della totale chiusura delle pareti addominali);
  5. cuore(con analisi dettagliata eseguita esaminando le varie sezioni dell’organo, la regolarità del battito, il flusso sanguigno);
  6. cordone ombelicale (analisi necessaria per assicurarsi che il feto riceva il giusto apporto nutritivo nel corso della sua vita intrauterina);
  7. arti superiori ed inferiori (per verificare il corretto sviluppo degli arti e valutarne il regolare accrescimento).

 

Ma oltre a questo, l’esame morfologico può essere un valido strumento anche per prevenire o contrastare la comparsa di pericolose patologie che, in quest’epoca gestazionale potrebbero fare capolino. Tra queste, ricordiamo la gestosi e la grave condizione di IUGR (scarso accrescimento intrauterino del feto). Mentre la gestosi è una grave patologia che colpisce le donne in stato di gravidanza e di cui le cause scatenanti sono ancora pressoché sconosciute, il ritardo di crescita intrauterino può avere diverse cause (un malfunzionamento della placenta, una resistenza a carico delle arterie uterine). È per questo che, durante l’esame morfologico il professionista che esegue l’esame dovrebbe (e sarebbe opportuno pretendere che lo faccia!) controllare il corretto funzionamento delle arterie uterine. Le arterie sono due, sono poste ai lati dell’inguine della donna ed assolvono all’oneroso compito d’irrorare la placenta e garantirne il corretto funzionamento.

Una resistenza a carico di queste arterie, deve quindi fungere da serio campanello d’allarme e dovrebbe essere sufficiente per richiedere una sequela di controlli più serrati (flussimetria) e finalizzati a garantire la regolarità dei flussi sanguigni.

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