Stampa questa pagina

Prevenzione Cancro del Collo dell'Utero

Il cancro del collo dell’utero è il secondo per frequenza tra i tumori che colpiscono le donne, dopo il carcinoma della mammella.

 

Occupa un posto  particolare in quanto è del tutto prevedibile o ben curabile se rilevato o trattato precocemente. In realtà, la comparsa del tumore si caratterizza per una lenta gradualità nella sua evoluzione e ciò risulta essere un grosso vantaggio nell'ambito dellla possibilità di diagnosi precoce.

La prevenzione, quindi, si può attuare individuando e trattando  le lesioni precancerose per tempo. E' davvero paradossale pensare che nonostante la facilità diagnostica e preventiva i casi di nuovi tumore annui siano arrivati a superare i 450.000. E' lecito pensare che ci sia un grossa fetta di donne che non aderisce ai programmi di screening. Questo potrebbe dipendere da numerosi fattori come la disinformazione, lo stile di vita frenetico, le cattive abitudini CAUSE Va annoverata la presenza del Papillomavirus Umano (HPV). Ne esistono 100 sottotipi e solo alcuni di questi presentano un alto rischio di neoplasia al collo uterino. 

I tipi di virus del papilloma umano possono venir suddivisi in HPV a basso rischio, i quali attaccano la cute (6, 11, 42, 43, 44) e HPV ad alto rischio, i quali attaccano le mucose (16, 18, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59, 68). E' stato calcolato che più dell 70% delle donne contragga un'infezione genitale da HPV nel corso della propria vita, ma la  maggioranza di queste infezioni è destinata a scomparire spontaneamente nel corso di pochi mesi grazie al loro sistema immunitario. In caso di persistenza nel tempo di infezioni di HPV ad alto rischio oncogenico è possibile,  lo sviluppo di un tumore maligno del collo uterino. La trasmissione virale avviene tramite contatto diretto (sessuale, orale e cutaneo) o in luoghi poco puliti (ad esempio bagni pubblici non disinfettati a norma). Non sono presenti in liquidi biologici quali sangue o sperma.

Il rischio di contagio aumenta con il numero dei partner sessuali, e aumenta nelle fasi di età giovanili. Il profilattico non sembra avere azione protettiva completa in quanto l'infezione è spesso diffusa anche alla cute della vulva e perineo. L'infezione da HPV è asintomatica nella maggior parte dei casi,  ma in taluni casi, si può invece manifestare con condilomi in sede genitale (pene e vulva, perineo). DIAGNOSI PRECOCE PAP TEST O STRISCIO VAGINALE Il test di Papanicolau (dallo scopritore)  rimane oggi il primo esame usato  per la diagnosi precoce dei tumori del collo dell'utero. Risulta essere il più semplice, economico, assolutamente indolore e anche il piu' conosciuto. Si effettua prelevando un piccolo campione di cellule dal collo uterino (dopo avere introdotto in vagina un piccolo speculum) che verrà in un secondo momento analizzata al microscopio dal citologo. Si è dimostrato negli anni efficace nel ridurre la frequenza del cancro ma presenta dei limiti non trascurabili. La sensibilità si aggira intorno al 60-70%. In parole povere, è possibile ritrovare falsi negativi (test negativi nonostante la presenza di un tumore) efalsi positiv (il risultato positivo del test non viene confermato da successive indagini). Ideale sarebbe eseguirlo una volta l'anno. COLPOSCOPIA Consiste nella valutazione mediante un microscopio ad alto ingrandimento del collo uterino adeguatamente trattato con sostanze adatte a visualizzare meglio lesioni tipiche. Si esegue introducendo uno speculum in vagina, quindi utilizzando il microscopio esterno in grado di aumentare enormemente la visuale sul collo uterino.

E' molto semplice da eseguire, non è doloroso e risulta essere molto precisa e sicura nella diagnosi tumorale, se eseguito da operatori esperti. Effettuata insieme al pap test  arriva ad una certezza di diagnosi che sfiora il 100%. In più durante l'esame colposcopico è possibile eseguire delle Biopsie Mirate sul tessuto sospetto che verranno poi analizzate in laboratorio. Ciò non permette esclusivamente la diagnosi di certezza ma anche la totale asportazione e cura delle lesioni di basso grado eventualmente trovate. Andrebbe eseguita una volta l'anno. HPV TEST E' il primo test in grado di rilevare direttamente la presenza di tipi del virus HPV ad alto rischio. Utilizzato unitamente al Pap test , consente di individuare le pazienti a rischio di sviluppare un tumore cervicale in modo più accurato rispetto all'uso del Pap Test da solo. Si esegue allo stesso modo del comune Pap Test prelevando delle cellule del collo uterino.Le donne oltre i 30 anni di età sono quelle maggiormente a rischio di sviluppare un tumore cervicale, e sottoponendosi ad entrambi i test possono essere sicure di non essere a rischio di sviluppare una patologia cervicale. Per le donne più giovani (20-30 anni), nelle quali le infezioni da HPV sono comuni ma solitamente temporanee, è utile sottoporsi al test HPV solo se il loro Pap test risulta "dubbio" o "borderline," o se all'esame colposcopico il ginecologo ha trovato delle lesioni sospette.

VACCINO HPV : Note e raccomandazioni della SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) Da un pò di  tempo è disponibile un vaccino quadrivalente contro alcuni tipi di HPV potenzialmente oncogeni. Il vaccino può essere somministrato a tutte le donne, che presumibilmente non abbiano avuto un contatto con i 4 tipi di HPV contenuti nel vaccino. Per questa ragione è preferibile una sua somministrazione in età adolescenziale, tra i 9 ed i 13 anni, quando c’è la migliore finestra vaccinale con la migliore risposta anticorpale, comunque prima che inizi l’attività sessuale, in modo da prevenire il contagio con questi tipi di HPV cosi’ come le loro possibili conseguenze. Perciò in molte nazioni si è ipotizzato di somministrarlo all’età di 11-12 anni. La vaccinazione può essere raccomandata anche nelle donne di 13-18 anni, che siano sfuggite alla vaccinazione in precedenza, o per completare un ciclo di vaccinazione. La somministrazione in età adulta e comunque dopo i 26 anni di età non è raccomandata.

Tuttavia, se non vi sono ancora stati rapporti sessuali, è possibile somministrarlo; anche nel caso in cui il contagio con uno o più dei quattro sierotipi di virus non sia già avvenuto, la vaccinazione può rappresentare un vantaggio, riducendo il rischio di manifestazioni cliniche correlate. Il vaccino è indicato per la prevenzione delle lesioni causate da HPV 6 e 11, responsabili del 90% circa dei condilomi genitali, e dei tipi 16 e 18, cui vengono attribuiti circa il 70% dei carcinomi della cervice, ma non ha alcun effetto terapeutico contro questi virus e le loro conseguenze una volta che essi siano già presenti nell’organismo umano Considerazioni generali .  

Va tenuto presente comunque che: il vaccino non è attivo contro le infezioni da HPV, le lesioni cervicali od i condilomi già presenti; come altri tipi di vaccino, anche questa vaccinazione non è raccomandata nelle donne gravide; le giovani e le donne immunosoppresse/immunodepresse possono ricevere il vaccino, ma possono avere una risposta immunitaria minore e dunque minore efficacia protettiva; almeno altri 13 genotipi di HPV, oltre ai due contenuti nel vaccino, possono indurre danni cellulari fino alla trasformazione tumorale; la somministrazione del vaccino potrebbe determinare pressione selettiva su altri tipi di HPV; i tipi virali prevalenti potrebbero subire mutazioni nel tempo; la capacità infettante dei singoli tipi virali può mutare spontaneamente nel tempo; non sappiamo ancora per quanto tempo duri l’immunità contro i quattro tipi di HPV contenuti nel vaccino; per ora ci sono esperienze di controllo della attività vaccinale fino a 5 anni; da qui l’eventualità di somministrazioni di richiamo; se per massimizzare l’adesione alla vaccinazione può avere senso proporre una co-somministrazione con altri vaccini raccomandati in età adolescenziale, va tenuto presente che la co-somministrazione può creare problemi (gli unici studi riguardano il vaccino per l’epatite B, che risulta meno efficace se co-somministrato); la vaccinazione non è raccomandata nelle donne oltre i 26 anni di età, secondo le indicazioni della farmacopea ufficiale; con adeguata informazione non si può negare una sua possibile utilità in donne adulte HPV-negative Considerazioni per la donna,   il ginecologo deve ricordare alla donna alcuni punti:

1-  il vaccino ha solo capacità preventiva verso i quattro genotipi di HPV presenti nel vaccino e sulle loro possibili espressioni cliniche;

2 - il vaccino non ha alcuna capacità terapeutica contro i tumori del collo dell’utero, né contro i condilomi genitali;

3 - l’attenzione sui tumori del collo dell’utero, sui suoi precursori e sulle sue diverse forme, non può mai essere sospesa;

4 - è corretto che, vaccinata o non vaccinata, la donna esegua sistematicamente il PAP-test, seguendo regolarmente i progetti di screening, laddove attivati. Dr.Massimiliano Giardina

                                                                                                                                                                               

Ultima modifica il Giovedì, 14 Novembre 2013 19:16

Articoli correlati (da tag)

Il sito può usare i cookie per migliorare la sua esperienza di navigazione. Per saperne di piu, visiti questa pagina privacy policy.

Io accetto i cookies da questo sito.