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I test di screening prenatale

Durante la gravidanza raccogliere informazioni sullo stato di salute del feto è molto importante: queste informazioni possono essere ottenute grazie a test prenatali.

Questi test si dividono in due tipologie: diagnostici e di screening. La scelta del test da eseguire viene fatta sulla base di particolari fattori di rischio della gestante, tra i quali un’età materna superiore a 35 anni e casi di anomalie cromosomiche o genetiche in famiglia.

Gli esami di diagnosi prenatale forniscono, come suggerito dal nome stesso, un esito diagnostico. Si tratta di esami di tipo invasivo e presentano un rischio di aborto che può arrivare all’1%. Gli esami di diagnosi prenatale più diffusi sono:

  • amniocentesi: si effettua inserendo un ago nel ventre della gestante per prelevare un campione di liquido amniotico;
  • villocentesi: attraverso l’inserimento di un ago nel ventre della gestante si effettua un prelievo di un campione di villi coriali, ossia frammenti del tessuto placentare;
  • cordocentesi; inserendo un ago nel ventre materno, viene effettuato un prelievo di sangue del cordone ombelicale.

Gli esami di screening prenatale sono test prenatali non invasivi e quindi completamente sicuri per mamma e bambino. Questi esami prevedono la misurazione di specifici valori, come il dosaggio di determinate proteine nel sangue materno, la misurazione del feto e l’analisi del DNA fetale. Tra i test prenatali più diffusi si possono trovare il Bi-test, la translucenza nucale e il test del DNA fetale.

Negli ultimi anni i test di screening prenatale del DNA fetale sono diventati sempre più affidabili. Essi infatti hanno una sensibilità superiore al 99,9% nel rilevare le anomalie cromosomiche più frequenti, come la sindrome di Down (trisomia 21) e la sindrome di Edwards (trisomia 18).

Il test del DNA fetale si esegue effettuando un semplice prelievo di sangue della gestante già a partire dalla 10a settimana di gravidanza.

Questo test è particolarmente consigliato in caso di:

  • età materna superiore ai 35 anni; 
  • esito positivo negli screening del primo/secondo trimestre (Bi/Tri Test);
  • gravidanze in cui è sconsigliato sottoporsi a diagnosi prenatale invasiva (es. rischio di aborto spontaneo);
  • esame ecografico suggestivo di anomalie fetali;
  • familiarità con casi di anomalie cromosomiche.

Per l’esecuzione del test di screening prenatale non invasivo Aurora questo studio si avvale della consulenza tecnica degli specialisti di Sorgente Genetica. Per informazioni sul test prenatale Aurora: 327.8797902.

Ultima modifica il Giovedì, 19 Gennaio 2017 11:43

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